La Generazione Z ha nuove aspettative lavorative

La Generazione Z ha nuove aspettative lavorative

Entro il 2025 circa il 27% della forza lavoro nei paesi OCSE apparterrà alla Generazione Z. Questa statistica ha un’elevata importanza visto che ogni generazione ha propri bisogni e priorità, per questo, insieme a Job Meeting abbiamo deciso di approfondire i nuovi trend che la Generazione Z sta facendo emergere all’interno del mondo del lavoro e nella ricerca della forza lavoro.

Secondo uno studio di Deloitte, i giovani della Generazione Z (di seguito indicata come Gen Z), costituita dai nati tra il 1996 e il 2012, sono molto più attenti all’equilibrio tra lavoro e vita privata rispetto alle generazioni precedenti. La pandemia ha contribuito molto ad accentuare questa caratteristica, in quanto ha permesso di riscoprire l’importanza del tempo libero. La ricerca ha rilevato che 7 giovani su 10 della Gen Z attribuiscono molta più importanza ad amici e famiglia che alla carriera lavorativa.I benefici del benessere dei dipendenti per le aziende sono comprovati, ciò permette infatti di:

  • ridurre lo stress e i casi di burnout;
  • aumentare la produttività sul posto di lavoro;
  • ridurre l’assenteismo e i periodi di malattia;
  • migliorare la reputazione aziendale.

Work-life balance

Prendersi cura della salute mentale dei lavoratori diventa quindi una priorità. Secondo un’indagine di McKinsey sulle sfide per la salute comportamentale della Gen Z, più la forza lavoro è giovane, più la sua salute mentale è purtroppo scarsa.
Negli Stati Uniti, un intervistato su quattro della Gen Z ha riferito di sentirsi in maggiore difficoltà emotiva (25%), quasi il doppio dei livelli riportati dai Millennial e dagli intervistati della Gen X (13% ciascuno) e più del triplo dei Baby Boomers (8%). In Europa, un Gen Z su cinque si sente così. Ma il COVID-19 non è l’unica causa, anche l’incapacità di soddisfare i propri bisogni sociali e i problemi legati al cambiamento climatico generano ansia in questa categoria di lavoratori.

Sostenibilità

Oggi i giovani sono molto più attenti alle tematiche sociali e ambientali sul posto di lavoro rispetto alle generazioni precedenti. Circa il 42% degli intervistati della Gen Z dichiara di voler cambiare lavoro o di averlo già fatto per le preoccupazioni sul clima. Questa necessità è ovviamente dovuta alla maggiore sensibilità in generale e non solo sul posto di lavoro che la Gen Z ha su tematiche ambientali, secondo Pew Research, il 69% degli utenti dei social media della Gen Z ha dichiarato di sentirsi “ansioso per il futuro” quando esposto a contenuti relativi al cambiamento climatico.

Ciò ovviamente si riflette anche sullo stile di vita il 68% della Gen Z sta cercando attivamente di ridurre il proprio impatto ambientale, mentre il 32% ha riferito di essersi impegnato in un’azione politica o sociale correlata alla gestione del problema attraverso donazioni, contatto di funzionari eletti, volontariato o partecipazione a manifestazioni.

Diversità e Inclusione

In base allo studio di Deloitte, l’inclusione e il senso di appartenenza sono importanti anche per la crescita aziendale, ciò può portare a un aumento del 56% delle prestazioni lavorative, una riduzione del 50% del rischio di turnover (cioè il tasso di ricambio del personale) e un aumento del 167% del punteggio di soddisfazione del cliente.

Il desiderio di sentirsi parte di un’organizzazione è particolarmente accentuato tra i lavoratori più giovani. I dati osservati mostrano che il 61% dei giovani tra i 18 e i 24 anni sarebbe propenso a cambiare impiego se non dovesse sentire un senso di appartenenza al lavoro che svolge e all’azienda in cui è occupato. Il trend si riduce progressivamente a mano a mano che ci si sposta tra le fasce di età più grandi; meno della metà degli intervistati di età pari o superiore a 55 anni abbandonerebbe il lavoro.

Collegato all’importanza di una buona cultura aziendale, il D&I sta diventando sempre più cruciale per i migliori talenti che considerano un cambiamento di ruolo o sono costretti a lasciare un’occupazione. Tuttavia, è sorprendente come ancora poche aziende diano la giusta importanza a questi fattori. Una ricerca dell’ISTAT ha rilevato che solo un’azienda su tre adotta misure di Diversity Management ulteriori a quelle obbligatorie minime di legge.

L’evoluzione del recruiting

I differenti valori e preferenze dei giovani, ma anche la tecnologia, stanno influenzando la ricerca e la selezione del personale. Tutto ciò sta modificando le modalità con cui un potenziale dipendente entra in contatto e conosce la realtà aziendale, ma anche i giochi di forza nei colloqui di lavoro.
I responsabili delle risorse umane stanno già affrontando numerose sfide che costituiscono i trend presenti e il futuri del recruiting, tra questi:

  • la dematerializzazione degli uffici che porterà il lavoro ad essere sempre più indipendente da un luogo fisico, con spazi lavorativi in affitto o on-demand;
  • la geolocalizzazione dei talenti, infatti, le nuove assunzioni si focalizzeranno solo su competenze, specializzazione e caratteristiche personali coerenti al ruolo, con collaborazione di talenti da tutto il mondo;
  • recensioni e informazioni sulle aziende che il candidato può verificare facilmente e in tempo reale il tempo, così come il tempo per raggiungere il luogo di lavoro, ma anche vedere gli uffici e conoscere potenziali colleghi;
  • la realtà aumentata, ancora in fase embrionale, ma che in futuro darà al candidato la possibilità di accedere a riunioni online o visitare gli uffici del prossimo posto di lavoro;
  • possibilità per i candidati di sperimentare la cultura aziendale;
  • l’Intelligenza Artificiale generativa che farà risparmiare tempo ai recruiter, aiutandoli a preparare le descrizioni delle offerte di lavoro e i messaggi personalizzati per i candidati, permettendo loro di concentrarsi sugli aspetti più umani del loro lavoro.

Il futuro del recruiting non sarà quindi più basato sui CV, ma su competenze, specializzazioni e caratteristiche personali, con talenti provenienti da tutto il globo.
In futuro si potranno organizzare interviste con i vertici aziendali per condividere una visione strategica, creare video sulle condizioni di lavoro o persino promuovere un feed in tempo reale delle valutazioni aziendali da siti di recensioni.

 

Insomma…il mondo del lavoro è in continua evoluzione! Ma c’è un aspetto che rimane un caposaldo se si è alla ricerca di una nuova opportunità professionale: creare una connessione diretta con le aziende, per conoscerle e soprattutto farsi conoscere nella forma migliore, con una bella stretta di mano e una presentazione one-to-one.

Per farlo non ti resta che partecipare all’evento di Job Meeting, il Job Meeting Roma:
il 14 novembre dalle 9:30 alle 16:30,
presso il Chiostro di San Pietro in Vincoli,
Facoltà di Ing. Civile e Industriale dell’Università La Sapienza,
in
Via Eudossiana 18.

Pubblicato da Roberto Di Veroli

Nato nel 1996, due passioni lo accompagnano: l’AS Roma e i mercati finanziari. Studente di Finanza, da un lato affronta la vita come un’equazione, niente lasciato al caso, dall’altro ama il rischio e la volatilità delle borse. Come Albert Einstein reputa l’interesse composto l’ottava meraviglia del mondo.