La crisi demografica che oggi persiste in Europa, porterà il vecchio continente a contare sempre meno nell’economia globale. Nel 2021 infatti, in tutta Europa ci sono state più morti che nascite, dato che stupisce maggiormente se si pensa che è l’unico continente, tra i cinque abitati, a registrare un tasso di decrescita della popolazione.
Le cause di questa recessione demografica sono dovute al benessere generale che si è raggiunto in quasi tutto il continente. Quest’elemento ha fatto schizzare l’aspettativa di vita media da 62 anni nel 1950 ai 77 della nostra epoca, e arriverà a toccare i 90 anni di media nel 2100, secondo le proiezioni fatte dalle Nazioni Unite.
L’allungarsi della vita ha fatto alzare vertiginosamente l’età media dei cittadini europei, passata dai 27.8 anni di media nel 1950 agli attuali 42. Un’età media più alta implica una minore possibilità di fare figli: nel 1964, in pieno boom economico, in Italia ogni coppia in media dava alla luce 3 figli; attualmente molto spesso non si arriva a 2 per coppia.
La situazione in Italia



Il problema della sovrappopolazione nel resto del mondo
Ma se in Italia e in Europa la situazione sembra così catastrofica, perché si sente spesso la parola “sovrappopolazione”? Perché la popolazione europea rappresenta attualmente meno di 1/10 della popolazione mondiale ed è a tutti gli effetti ininfluente sotto questo punto di vista.
Abbiamo recentemente raggiungo gli 8 miliardi, e nel 2060 supereremo molto probabilmente i 10 miliardi.
Tutto ciò sarà possibile soprattutto per via dei paesi africani, che possiedono un tasso di crescita demografica annuale imponente, e che porterà l’Africa a insediare l’Asia come continente più popoloso del pianeta.
La piaga della sovrappopolazione è molto seria poiché rende il pianeta incapace di fornire cibo e risorse per il sostentamento di tutti, rischiando, in un futuro nemmeno troppo lontano, di causare guerre e carestie per sopravvivere.