Tra governi tecnici e “transitori”: una storia italiana

Tra governi tecnici e “transitori”: una storia italiana

È notizia di questa settimana la formazione del nuovo governo Draghi. Questo è uno dei tanti governitecnici”, si suole dire.
Ma è davvero così? Quando si è cominciato a farne uso in Italia?

In questo articolo cercheremo di fare una breve panoramica sulla storia dei governi tecnici, ripassando anche i governi “transitori” degli ultimi dieci anni, che si sono affermati in Italia; e che solo in Italia hanno avuto enorme rilevanza politica.
Possiamo suddividere a grandi linee la storia dei governi tecnici italiani in tre epoche:

  • Nel Dopoguerra, con il Presidente Pella
  • Fine Prima Repubblica e inizio Seconda Repubblica
  • Dal 2011 in poi, ovvero dal governo Monti fino ai nostri giorni

Governo Pella

È del ’53 il primo governo tecnico guidato dall’economista ed ex Ministro del Tesoro Giuseppe Pella (Democrazia Cristiana), scelto dall’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Non essendosi formata una maggioranza in Parlamento difatti, risultava molto difficile far approvare la legge di bilancio di quell’anno.
Pella era dell’ala più a “destra” del partito cristiano-democratico e attuò politiche finanziarie molto criticate dal Partito Comunista e Socialista: Pella infatti si dedicò alla stabilizzazione della finanza pubblica, mettendo da parte la spesa pubblica e il benessere sociale – teniamo presente le condizioni in cui vivevano gran parte degli italiani nel dopoguerra -.

Nascita seconda Repubblica: governi Fanfani, Ciampi e Dini

La seconda tappa della nostra analisi si concentra sul periodo che va dalla fine degli anni ’80 agli anni ’90. Si tratta della fine della Prima Repubblica: ma come mai terminò la Prima Repubblica?

E’ importante specificare che Prima Repubblica non è un termine tecnico, ma giornalistico. Con esso si vuole tutt’oggi definire quel cambiamento interno al sistema politico italiano che cominciò negli anni ’90 e che trova conseguenze dirette nella politica nazionale attuale. Cosa successe?

Molti fattori vennero a sommarsi e quindi a risolversi con la nascita della Seconda Repubblica. Anzitutto il crollo del Blocco Sovietico e del Comintern, che come conseguenza ebbe la caduta del PCI (Partito Comunista Italiano); l’avvio quindi ad una politica di stampo europeista – nel ’91 abbiamo il Trattato di Maastricht con cui si programmò l’unificazione monetaria europea– che trasformò gran parte degli obiettivi di politica estera dei partiti del paese; l’avvento di Berlusconi, la nascita della politica “individualistica” e quindi il tramonto della politica “di partito”; lo scandalo Tangentopoli, l’implosione degli storici partiti quali la DC (Democrazia Cristiana) e il PSI (Partito Socialista Italiano), coinvolti nello scandalo; e quindi la formazione di nuovi partiti e nuovi governi, tutti caratterizzati dalla mancanza di un vero dualismo politico come lo erano prima socialisti/comunisti e cattolici. Sono di questo periodo i governi tecnici Fanfani, Ciampi e Dini.

L’ultimo periodo, molto più vicino a noi, comincia nel 2011, con la formazione del governo Monti. Dal 2011 ad oggi si sono succeduti governi tecnici o governi “transitori” ottenuti da grandi coalizioni (ovvero quei governi che hanno lo scopo di “transitare” il paese alle prossime elezioni dopo il fallimento d’un esecutivo, edificati dal Presidente della Repubblica).

  • Monti (2011-2013): tecnico
  • Letta (2013-2014): transitorio
  • Renzi (2014-2016): transitorio
  • Gentiloni (2016-2018): transitorio
  • Conte e Conte bis (2018-2021): di coalizione
  • Draghi (2021- ): tecnico

Dall’arrivo di Monti alle dimissioni di Letta

Il governo Monti si trovò ad affrontare le conseguenze economiche della grossa crisi delle banche e del credito del 2008. Il risultato? Dovette ricorrere a grossi tagli nella spesa pubblica, tra cui la riforma delle pensioni Fornero; che nel concreto significarono e significano soltanto disagio per i ceti più bassi della popolazione. È ad oggi uno dei governi meno amati nella storia del nostro paese.
Lo seguì il governo Letta, che dovette arginare, con scarso successo, i danni causati dai tagli alla spesa pubblica. Venne riformata la riforma Fornero: neanche tempo un anno, il PD gli vota la sfiducia, Letta presenta le dimissioni, e l’allora Presidente della Repubblica Napolitano affida l’incarico a Matteo Renzi.

Governo Renzi

Con il governo Renzi vennero introdotte nuove riforme che danneggiarono ulteriormente il già fragile tessuto sociale italiano: venne approvato il Jobs Act, con cui si “flessibilizzarono” ancora più i lavoratori, e la Buona Scuola; con cui si cominciò a progettare la scuola come luogo di preparazione al mercato lavorativo e con cui vennero stanziati fondi ad aziende private per ricevere manodopera gratuita di migliaia di studenti.
Renzi tentò poi di portare avanti la riforma costituzionale, che prevedeva la riduzione dei parlamentari, che poi perse. Aveva promesso di abbandonare la politica nel caso in cui avesse perso; tuttavia rimarrà in Parlamento e sarà una figura cardine per i governi successivi e per quello attuale.

Paolo Gentiloni, discendente di Vincenzo Gentiloni che con il Patto Gentiloni fece affermare il cattolicesimo liberale in Italia, si trovò nelle mani una situazione di scontento generale; anche perché Renzi aveva abbandonato il paese nel momento in cui tre banche italiane erano fallite e con loro migliaia grandi investitori e/o semplici cittadini. Il nuovo premier decise quindi di salvare le banche. Fu inoltre varato il decreto Minniti che limitò fortemente i diritti d’asilo dei migranti.

Governi Conte, nuovo governo Draghi: e adesso?

Siamo arrivati quasi alla conclusione. Tra alleanze precedentemente dichiarate “impensabili“, tra trasformismi politici ed elezioni stravinte dai 5 Stelle, Giuseppe Conte è diventato il penultimo Presidente del Consiglio. Nel suo secondo governo ha per giunta dovuto affrontare problemi colossali come la pandemia, con le sue conseguenze sociali e economiche. Ha inoltre approvato diversi decreti sicurezza, nel primo governo quando era in coalizione con Salvini, modificati poi successivamente: con la sua caduta di poche settimane fa a vincere è stato di nuovo Renzi e il suo partito minoritario, Italia Viva, e a detta sua “L’Italia intera”.

Ora abbiamo un nuovo governo tecnico: cosa ci aspetta? Sarà questo un nuovo governo Monti, come già predicono molti? Eppure il contesto è diverso: Draghi si trova a poter e a dover investire miliardi di euro dall’Europa; non dovrebbe nemmeno pensare a fare tagli per riparare il bilancio.
Che sia questa la volta buona per investire sul futuro e sulle nuove generazioni, ci chiediamo maggiormente noi giovani, come tanto promesso dal neo-premier Draghi.

Pubblicato da Felix Nikel

Sono Felix, un ragazzo di 18 anni. Mi piace stare sul divano e, visto che sin da quando sono piccolo sento il grande amore che noi italiani nutriamo verso i politici, mi interesso di politica.

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